La grande bruttezza

Roberto Beccantini29 giugno 2024

Il problema è che Allegri ha un alibi. In caso contrario… Scherzi a parte. Il problema non è Svizzera due Italia zero. Certo, è anche questo: perché erano gli ottavi e noi si torna, giustissimamente, a casa. Il problema, ecco, è il modo che ancor ci offende. Dominati per un tempo, tra il «solito» Donnarumma (su Embolo), il gol di Freuler e un legno randagio; subito trafitti dal «giro» delpieresco di Vargas e poi controllati come fanno le nonne con i nipotini ai giardini nell’altro.

E non che Yakin fosse il Pep e Luscianone il primo che passa. Ci è mancato tutto: coraggio, gambe. Xhaka (voto 9) sembrava un concentrato di don Alfredo (Di Stefano) e De Bruyne. L’Abate di Certaldo aveva sventrato la formazione, inserito Fagiolino, addirittura, e non che abbia fatto peggio di Jorginho, onestamente. Barella, colpito subito, si accontentava di una normalità che difficilmente gli si riconosce. Loro, cazzuti e illuministi; noi, molli e oscurantisti.

Credevo che fosse impossibile giocare peggio che con Spagna e Croazia: mi sbagliavo. Quando dai troppa importanza al tecnico, e poco ai giocatori, può succedere che i giocatori ci marcino, tanto sanno già quale testa rotolerà. Ci si aggrappa alla difesa a tre sbandierata se non in casi d’emergenza; ci si attacca al tram delle differenze tra Nazionale e club (per esempio, Scamacca), ma questa è un’aggravante, a carico del singolo, non un’attenuante (pro Gasp, mica ne ha bisogno).

Un autopalo di Shaar e uno di Scamacca, tutto qui la Nazionale di una Berlino che baciò l’azzurro di Buffon e Cannavaro, di Totti e Del Piero. Eccetera eccetera sino alle magie di Grosso.

Il mio pronostico era: 51%-49% per l’Italia. A patto di essere audaci. Invece no. Pavidi e sgonfi. Più suonati di Biden. Sommer, non una parata. Eravamo i campioni d’Europa. Nessuna obiezione, vostro onore.

Kvara Georgia ti scrivo…

Roberto Beccantini26 giugno 2024

Scritto che senza il gol di Zaccagni saremmo a casa, cin cin alla Georgia, 3 milioni e 700 mila abitanti, cartolina dall’ex Unione Sovietica, per la prima volta agli ottavi d’Europa.

** A Gelsenkirchen, Georgia-Portogallo 2-0 (Kvaratskhelia, Mikautadze su rigore). Cristiano, isterico, aveva la pancia piena; Kvara, no. Martinez, lider maximo del girone, aveva risparmiato la tipo (non il marziano, però); Sagnol, naturalmente no. Al destino serviva un sicario, per trasformare la cronaca in storia. Ha scelto Antonio Silva: sgorbio in uscita al pronti-via, contropiede, sinistro di Kvara; rigore in avvio di ripresa, Mikautadze chirurgico (e, con 3 reti, capocannoniere del torneo). Dopodiché: Cristiano sostituito con strascico di moccoli; riserve palleggianti e crossanti (male, malissimo); avversari sul pezzo (con il lessico di oggi: densità e ripartenze; con lo slang di ieri: catenaccio e contropiede). Mikautadze e Kvara in copertina. E il portiere, Mamardashvili: dopo Donnarumma, lui. Tirando le somme: è la riffa della terza e ultima partita. Chi ha stimoli e chi no, chi gioca «con» e chi «senza».

** Ad Amburgo, Repubblica Ceca-Turchia 1-2 (Çalhanoglu, Soucek, Tosun). Il rosso a Barak, per cumulo, spariglia il mazzo. Ma che fatica, i montelliani. Con Arda Guler e Yildiz dall’inzio. Luci e ombre, ombre e luci. Raffinato, l’esterno destro di Çalha; da moviola il mischione che propizia il pari di Soucek; agli sgoccioli, con i cechi stremati, la sentenza di Tosun.

** A Stoccarda, Ucraina-Belgio 0-0. Un dormitorio. Belgi in versione England, ucraina con Shevchenko in tribuna e Rebrov in panca: fuori con quattro punti, così è se vi pare. De Bruyne ha distribuito perle: invano. Un paio di brividi e nulla più: Lukaku all’inizio, murato da Trubin; un angolo di Malinovskyi,
Leggi tutto l’articolo…

Tra ruttini, morsi e sbadigli

Roberto Beccantini25 giugno 2024

I ruttini della Francia. I morsi dell’Austria. Gli sbadigli dell’Inghilterra.

** A Dortmund, Francia-Polonia 1-1 (Mbappé su rigore, Lewandowski su rigore). Più che le mani degli allenatori, i piedi dei giocatori. E i guanti di Skorupski. Per 70’ i vice re del Mondo banchettano. Solo che il portiere del Bologna para tutto, tranne il penalty del mascherato Mbappé, al primo squillo europeo. Penalty che si era procurato Dembélé: sino al tiro o al cross, un pericolo per gli avversari; dopo, un pericolo per i compagni. Se la nazione pende a destra, la Nazionale continua a votare a sinistra: Theo, Kylian (specialmente dopo l’ingresso, tardivo, di Giroud). Ma ecco la «solita» pennica: con lo scarto ancora in bilico, i francesi ordinano caffè e digestivo, tra un flato e l’altro. Upamecano, fin lì impeccabile, pesta un piedino a Swiderski. Rigore varista. Lewandowski (36 anni ad agosto) lo trasforma due volte: il primo, muovendosi, glielo aveva parato Maignan. Sangue bleu, sì, ma annacquato.

** A Berlino, Olanda-Austria 2-3 (Malen autorete, Gakpo, Schmid, Depay, Sabitzer). Austria prima, dunque. La partita: come rovesciare una borsa e trovarci di tutto, strafalcioni ed emozioni. Rangnick ha messo su un branco di lupi che azzannano chiunque si aggiri nei loro boschi. Occhio all’Austria, aveva ammonito Zibì Boniek. Però. I batavi ne soffrono le invasioni e le accelerazioni. Continuano a crepitare le autoreti: bellissima quella di Malen, in spaccata, da attaccante puro (quale, in effetti, è).

** A Colonia, Inghilterra-Slovenia 0-0. Southgate a parte, non esattamente una cima, come vanno piano i suoi leoncini. Calcoli o serbatoi vuoti? Una tazza di camomilla. Il momento-memento?
Leggi tutto l’articolo…